Numero: 31
Documento: Privato, Originale
Autore: Tessa di Daldo Nuti di Marignolle
1338 Ottobre 3
Diplomatico Spogli:
Donna Tessa di Daldo Nuti di Marignolle del popolo di S. Lorenzo di Firenze, moglie già di Cante detto Cantino di Giovanni Adimari, essendo rimasta vedova agisce per la reintegrazione delle sue doti (d)avanti il giudice del Comune di Firenze, provando per via di due testimoni che detto suo marito era morto. Uno dei testimoni fu Teo di Sinibaldo del popolo di S. Michele Vis Domini: l'altro (testimone), e neppure il notaro, non si conosce, perché la carta è molto lacera. Si vede solo che il notaro è figlio di Benevieni di Donato in Poggio.
Indice generale tomo I parte I - Filze I - XXVI:
23=1338 addì 13 ottobre. Madonna Tessa Nuti di Iacopo da Marignolle moglie già di Canzio detto Cantino di Giovanni di Adimari, essendo restata vedova, agisce per la reintegrazione delle sue doti avanti il giudice del Comune di Firenze provando per via di due testimoni che detto suo marito era morto; uno dei quali fu Teo di Sinibaldi del popolo di s. Michele Vis Domini, non conoscendosi il nome dell'altro ne pure quel de notaio che la cartapecora è consunta dal tempo e dall'acqua solo si conosce che detto notaio è figlio di ser Bencivienni di San Donato in Poggio.
Documento: Privato, Originale
Autore: Tessa di Daldo Nuti di Marignolle
1338 Ottobre 3
Diplomatico Spogli:
Donna Tessa di Daldo Nuti di Marignolle del popolo di S. Lorenzo di Firenze, moglie già di Cante detto Cantino di Giovanni Adimari, essendo rimasta vedova agisce per la reintegrazione delle sue doti (d)avanti il giudice del Comune di Firenze, provando per via di due testimoni che detto suo marito era morto. Uno dei testimoni fu Teo di Sinibaldo del popolo di S. Michele Vis Domini: l'altro (testimone), e neppure il notaro, non si conosce, perché la carta è molto lacera. Si vede solo che il notaro è figlio di Benevieni di Donato in Poggio.
Indice generale tomo I parte I - Filze I - XXVI:
23=1338 addì 13 ottobre. Madonna Tessa Nuti di Iacopo da Marignolle moglie già di Canzio detto Cantino di Giovanni di Adimari, essendo restata vedova, agisce per la reintegrazione delle sue doti avanti il giudice del Comune di Firenze provando per via di due testimoni che detto suo marito era morto; uno dei quali fu Teo di Sinibaldi del popolo di s. Michele Vis Domini, non conoscendosi il nome dell'altro ne pure quel de notaio che la cartapecora è consunta dal tempo e dall'acqua solo si conosce che detto notaio è figlio di ser Bencivienni di San Donato in Poggio.