Salviati, Famiglia: L'archivio presso la Scuola Normale Superiore

La famiglia

Albero genealogico, parte
Miscellanea

Nei documenti presenti in archivio (alberi genealogici e fascicoli vari di carte non rilegate accorpate per la compilazione della storia famigliare) viene indicato come capostipite della famiglia Salviati Gottifredo, vissuto probabilmente nel secolo XI, ma eccezion fatta per alcune annotazioni non è effettivamente presente alcun documento. Risale ai secoli successivi la documentata partecipazione di vari esponenti della famiglia alla vita polita della repubblica fiorentina, dove furono chiamati a ricoprire, nelle varie magistraure, numerosi incarichi (priori, gonfalonieri, ambasciatori, commissari di giustizia, etc.) .

Accanto alla partecipazione alla vita politica cittadina esercitarono, autonomamente oppure in società, molte attività imprenditoriali fondate sul commercio della lana, fabbricazione e commercio di tessuti. Nel secolo XV sorsero i banchi di Pisa (1438), Firenze (1439) Bruges (1445) etc. grazie ai quali entrarono a far parte della grande mercanzia. Il secolo XV vide l'affermarsi dei Salviati non solo sotto il profilo economica ma anche attraverso l'instaurarsi di solidi rapporti con le più eminenti famiglie toscane, prime fra tutti con la famiglie dei Medici, risale al 1409 il matrimonio fra Alamanno di Jacopo e Caterina dei Medici. I vincoli fra le due famiglie vennero rafforzarti da altri matrimoni celebrati sia nel XV che nel secolo successivo.

Il secolo XV vide la presenza di due figure signifivative, che determineranno una svolta alla storia famigliare: Alamanno di Averardo e Jacopo di Giovanni, considerati il rispettivamente il capospipite del ramo fiorentino e del ramo romano.

Alamanno partecipò attivamente alla vita politica della Repubblica di Firenze, fu ambasciatore presso il re Luigi XII re di Francia, commissario di Arezzo e Pisa, numerosi i documenti rigurdanti le sue attività. La figlia Maria sposà F. Guicciardini. Jacopo grazie ai rapporti con la famiglia de Medici, aveva sposato Lucrezia figlia di Lorenzo il Magnifico, ampliò le attività nello Stato Pontificio, in modo particolare grazie all'appalto delle gabelle di Romagna.


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